I ruderi di Castel Penede coronano la monumentale rupe, che a guisa di prora si protende verso il Lago di Garda sopra Torbole. Sede di un castelliere preistorico, forse punto fortificato dai Romani, il castello è nominato per la prima volta nel 1210. Feudo dei conti d’Arco, viene conteso dalle opposte fazioni nelle guerre scatenate fra Guelfi e Ghibellini. Nel secolo XIII cade in mano dei Castelbarco e quindi torna ai d’Arco. Nel 1438 viene espugnato dalle truppe venete di Erasmo da Narni, detto il Gattamelata. Preso dagli Imperiali di Massimiliano I d‘Austria, nel 1509 è riconsegnato ai d’Arco quale feudo tirolese. Nel 1701 è occupato dalle truppe di Eugenio di Savoia guidate dal Generale Guttenstein. Due anni dopo è saccheggiato e dato alle fiamme dai Franco-Spagnoli del Duca di Vendôme. Lo sperone roccioso del castello venne fortificato dagli Austriaci (1914) e munito di artiglierie (pezzi da 80 e da 100) in collegamento con i forti di Nago.
È un punto panoramico eccezionale, autentica «specola sul Lago di Garda». Nel bosco sottostante si notano i resti di un enorme muro in calce (torre probabilmente romana) con parte di una scalinata in pietra viva rossa. Attraverso la pulizia di questa struttura sono stati rinvenuti tegoloni di argilla, monete romane, ceramica, a testimonianza della presenza romana.